Artigianato
Gli artigiani sono per tradizione tra i principali protagonisti della manifestazione, che a loro dedica gli spazi espositivi di Palazzo d’Adda, per l’occasione “Palazzo dell’Artigianato”. Qui vengono messi in mostra i manufatti valsesiani, tra i quali ha un posto di primo piano il prezioso e unico puncetto , ma accanto a lui non possono mancare gli scapin e il legno nelle sue varie forme di utilizzo.
Espongono: le Scuole di Puncetto Valsesiano, Scapin e Tessitura a mano e gli artigiani Croso Carmen (Scapin Valsesiano), Renolfi Antonio (Pirografia), Medana Augusta (Tessitura), Tosi Renato (Cesteria e Intaglio), Tosi Tiziana (Dimostrazione di Tessitura) e poi le allieve e le maestre della Scuola Di Puncetto Valsesiano. Espongono Inoltre Cerutti Gianni (Pittura), Sigaudo Giovanni (Scultura), Lippi Enzo e Rapanotti Serena (Restauro).
All’interno del Palazzo è possibile vedere anche alcune “Invenzioni ANTICONVENZIONALI” realizzate dal visual designer Guido Tassini (TAX). Cosa ci fanno vecchie biciclette, ingranaggi, manovelle e rottami in mezzo alle raffinate creazioni degli artigiani valsesiani? Venite a scoprirlo!
All’esterno del Palazzo invece troviamo stand e installazioni degli artigiani con legno, ferro, pietra e vetro, in una combinazione di materiali che si trasforma in una installazione multiforme, grazie a Dealberto Graniti, Ruben Bertoldo, Dimensione Vetro, Antonini Legnami e Antichi ricordi.
Scapin
Lo scapin è una calzatura tipica prodotta in Valsesia e confezionata interamente a mano.
Un tempo era prodotta con panni riciclati con suola intrecciata in canapa coltivata appositamente allo scopo.
Oggi mantiene il pregio dell’artigianalità e il confort dei materiali naturali ma è anche interpretata con fantasie originali
e tessuti preziosi.
Puncetto
Il puncetto o punto saraceno è una trina costituita da una successione di nodi effettuati su un filo di cotone, con il solo ausilio dell’ago, a formare disegni geometrici di pieni su vuoti, quasi ad imitare filigrane in avorio.
Il puncetto è utilizzato soprattutto per impreziosire i costumi tradizionali delle donne varallesi e per arricchire lenzuola e tovaglie del corredo delle spose ed è considerato il fiore all’occhiello dell’artigianato valsesiano, avendo costituito tra l’altro, parte integrante del corredo delle corti dei Savoia.
Legno
La lavorazione del legno rappresenta una delle principali attività economiche ed artistiche della Valsesia.
Uno dei mestieri più praticati in Valsesia era proprio quello del falegname che si svolgeva in botteghe attrezzate munite di bancone centrale con morse, tornio e fresatrice. Erano essenziali anche le segherìe (le più antiche sono a Mollia e ad Alagna) dove si portavano i tronchi d’albero per ricavare assi da costruzione.
Pietra
Così come il legno, anche la lavorazione della pietra in Valsesia costituisce una delle attività principali, basti pensare alla lavorazione di opere in granito per l’edilizia, pavimenti, rivestimenti di muri, arredo giardino, bagni e cucine, beole per copertura tetti, manufatti in graniti e marmi colorati.
Molto importante anche la lavorazione della Pietra Ollare che ha costituito una voce commerciale notevole per la produzione di vasellame e stoviglie: questo materiale veniva estratto in cave ormai dismesse come quelle scavane nella zona di Stofful, sopra Alagna.
Ferro
Con il ferro battuto venivano realizzati manufatti destinati a diversi utilizzi come, ad esempio, le tradizionali lampade da illuminazione (“lüm”) dalla caratteristica forma allungata o un particolare strumento musicale, la Ribebba, simile allo “scaccia pensieri” siciliano usato, almeno inizialmente, per il richiamo degli armenti al pascolo.